Saturday, January 2, 2010

Death in Venice (in Italian)

Nulla esiste di più singolare, di più scabroso, che il rapporto fra persone che si conoscano solo attraverso lo sguardo: ogni giorno, ogni ora s'incontrano, si osservano e nello stesso tempo, costrette per civiltà o per bizzaria personale a insistere nella finzione, serbano un contegno indifferente e staccato, non si salutano nè scambiano parola. Tra loro si forma un fluido d'inquietudine e di curiosità esacerbata, un isterico bisogno, inappagato o innaturalmente represso, di conoscenza e di mutuo scambio, e soprattutto, infine, una sorta di ansioso riguardo: poichè l'uomo ama l'uomo e lo onora finchè non è in grado di giudicarlo; e dall'incompleto conoscersi nasce il desiderio.
Thomas Mann

Sto leggendo in italiano La morte a Venezia e nella mia lingua sento il bisogno di scrivere questo post dedicato alle città, all'amore e all'amicizia. "Ho voglia leggere di una città" mi sono detta. C'è vento forte fuori, non mi va di uscire. Ho cercato tra i numerosi libri di mia madre che non ho ancora letto. Lei adora i classici russi e i capolavori della letteratura inglese. Gli autori tedeschi sono pochi ma ho scovato Thomas Mann tra Goethe e qualcun altro che ora non ricordo.
La morte a Venezia
, oggi vado in laguna.

Nella mia mente si affollano d'un tratto le immagini del film di Visconti: un solo personaggio, in realtà, accarezza i miei pensieri. E' Tadzio, interpretato da un perfetto ragazzo biondo dalla carnagione color avorio. Inizio a leggere e mi viene in mente la mia Venezia, quella del canale della Giudecca, distante dall'affollata e turistica San Marco. Poi i pensieri vanno a ritroso, alla ricerca dei luoghi del 2009. Li associo a conversazioni, a persone che hanno sfiorato magicamente la mia vita. Ricordo Spalato, la colazione con la frutta fresca e una storia di cambiamento interiore che mi è stata raccontata per una strana combinazione del destino. Il mare e la camminata da sola lungo la spiaggia stretta e lunga. Il gelato, il vento e il lusso dell'albergo.

Bucarest. Non è una bella città, c'è solo cemento e in un grande hotel di cemento ci troviamo. Beviamo vino e cerchiamo di conoscerci un po' fino a quando i destini -ancora una volta- si incrociano indissolubilmente. Quasi non ci crediamo. Le nostre vite sono legate a filo doppio e restiamo a parlare fino al mattino.

E ogni giorno, ogni viaggio, regalo la mia anima a chi la sa osservare.

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